TECSO – Tecniche colturali sostenibili per la riduzione dei costi in orticoltura

Il progetto si prefigge di valutare l’utilizzo del compost in rotazioni orticole di pieno campo. Tale progetto permetterà di identificare protocolli colturali specifici per le principali colture orticole da pieno campo (lattughe, radicchi, cavolfiore, porro melone) in Veneto. I risultati ottenibili permetteranno di ottimizzare l’utilizzo di questa matrice organica, ormai largamente disponibile a costi praticamente nulli, mantenendo le rese e la qualità delle produzioni e riducendo al contempo l’impatto ambientale del settore orticolo.
RIASSUNTO
Uno dei principali problemi connessi con l’orticoltura moderna è legato allo sfruttamento molto accentuato dei terreni conseguente alla necessità di eseguire successioni colturali molto strette e la necessità di effettuare le principali operazioni colturali con tempismo. Queste peculiarità dell’orticoltura portano ad un impoverimento progressivo dei terreni e all’utilizzo di quantitativi molto elevati di fertilizzanti chimici. Tale situazione viene molto spesso aggravata dalla modesta disponibilità di matrici organiche distribuibili al fine di migliorare le caratteristiche fisico-chimiche dei suoli agrari. D’altro canto il Veneto risulta ai primi posti in Italia per quanto riguarda la raccolta differenziata e il processo di compostaggio. Sulla base di quanto sopra esposto nasce il presente progetto che mira a creare le basi agronomiche per stimolare i produttori ad introdurre l’utilizzo del compost nelle loro pratiche agricole.
A questo scopo la ricerca risulta coerente con l’obiettivo dell’asse 1 del bando: “progetti finalizzati prioritariamente all’individuazione di soluzioni adeguate e direttamente fruibili per ridurre i costi di produzione e/o incrementare il reddito delle imprese agricole e agroalimentari, nel settore produttivo ortofrutticolo”. Le ricerche condotte nei due anni prevedono la messa a punto delle ottimali tecniche di produzione per l’utilizzo sulle più importanti colture orticole di pieno campo (lattughe, radicchi, cavolfiore, porro e melone). Verranno valutate le risposte delle diverse specie a dosi crescenti di compost misurando non solo le rese ma anche la qualità delle produzioni e alcuni parametri agroambientali quali i rilasci di nitrato e l’accumulo di carbonio e azoto nel terreno.
Attività sperimentali : Si prevede la conduzione di prove sperimentali in pieno campo facendo ricorso a successioni orticole di tipo mercantile al fine di simulare per quanto possibile la realtà dell’orticoltura veneta. Verranno valutate almeno 4 diverse rotazioni orticole (2 presso la sede di R e 2 presso aziende diverse aderenti a P1) con l’alternarsi di non meno di 5 colture diverse per rotazione. I trattamenti che verranno applicati faranno riferimento a 5 diversi livelli di concimazione minerale e/o mista e/o organica.
Partenariato: L’attività di ricerca è coordinata dall’Università degli Studi di Padova Dipartimento DAFNAE della Facoltà di Agraria (R), mentre partner operativo è OPO Veneto (P1), Associazione dei Produttori con oltre 500 soci presenti in tutte le provincie del Veneto; OPO Veneto garantirà, attraverso due aziende orticole associate (I1-I2), la disponibilità dei terreni su cui effettuare le prove sperimentali di campo e sarà impegnato nella divulgazione dei nuovi processi produttivi attraverso la struttura di assistenza tecnica ai propri soci ed agli altri orticoltori del Veneto, attraverso l’Associazione Organizzazioni dei Produttori Veneto Ortofrutta; tale struttura di secondo grado ha 1500 associati in Veneto, con altre sei O.P. aderenti.
Attività previste: Caratterizzazione dei terreni e dei compost; Sperimentazione agronomica replicata su due annate agrarie presso l’Azienda Sperimentale L. Toniolo di Legnaro (PD) e nel distretto orticolo di Lusia e Cona; messa a punto dei protocolli di coltivazione. Stesura di conti economici e di Piano di utilizzo del compost.
I risultati attesi sono: definire le tecniche agronomiche su basi scientifiche, caratterizzare dal punto di vista qualitativo i vari tipi di compost, mettere a sistema l’utilizzo delle matrici organiche attraverso le associazioni di filiera. Divulgazione: i risultati ottenuti, grazie alla partecipazione al progetto dell’organizzazione di produttori, verranno resi disponibili ad un elevato numero di agricoltori e tecnici.
OBIETTIVI PROGETTO
Diminuire i costi di produzione delle principali colture orticole a pieno campo (lattughe, radicchi, cavolfiore, porro, melone)
Migliorare la fertilità dei terreni destinati all’orticoltura intensiva.
Diminuire l’impatto ambientale dell’orticoltura intensiva
Favorire la chiusura del ciclo dei rifiuti
Sensibilizzare il consumatore sul contenuto ecologico del prodotto
DESCRIZIONE GENERALE
Il progetto prevede la messa a punto di nuove tecniche colturali al fine di diminuire i costi di produzione e migliorare i parametri di fertilità dei terreni sottoposti a rotazioni orticole intensive. Si intende agire su alcune criticità, che allo stato attuale impediscono un ampio utilizzo di matrici organiche, quali ammendanti e fertilizzanti, ampiamente disponibili, e il compost da RSU.
Attività sperimentali : Si prevede la conduzione di prove sperimentali in pieno campo facendo ricorso a successioni orticole di tipo mercantile al fine di simulare per quanto possibile la realtà dell’orticoltura veneta. Verranno valutate almeno 4 diverse rotazioni orticole (2 presso la sede di R e 2 presso aziende diverse aderenti a P1) con l’alternarsi di non meno di 5 colture diverse per rotazione. I trattamenti che verranno applicati faranno riferimento a 5 diversi livelli di concimazione minerale e/o mista e/o organica. Il parametro di riferimento che verrà considerato sarà l’apporto di N che normalmente viene impiegato per ogni coltura e le tesi messe a confronto saranno: un testimone non concimato (T0), una tesi trattata interamente con concimi minerali (TMIN), una trattata con compost a dose bassa e concime minerale (T50 50% azoto minerale e 50% N organico), un trattamento compost a dose alta (T100 tutto l’azoto di origine organica), infine una tesi trattata con compost a dose doppia (T200 dose doppia di azoto solo di origine organica). Nelle aziende tali tesi verranno semplificate e si prevede di applicare, in confronto alle normali tecniche agronomiche anche due sole dosi di compost (bassa e alta). Tutti i trattamenti verranno valutati sia dal punto di vista delle rese sia della qualità dei prodotti (presenza eventuale di inquinanti, metalli pesanti ecc.). Dato che presso la sede di R le prove verranno inserite su terreni dove i trattamenti sono già in atto da alcuni anni sarà possibile eseguire anche una valutazione dei trattamenti sulle principali caratteristiche del suolo. Sempre presso R verranno anche monitorati i rilasci invernali dei principali nutrienti (nitrati, fosfati, potassio, magnesio ecc). al fine di valutare anche l’impatto ambientale di tali tecniche.
Al fine di massimizzare l’utilizzabilità dei risultati ottenuti in tutto il territorio regionale le aziende in cui verranno condotte le prove saranno identificate tra gli associati di P1 operanti in due diversi comprensori orticoli del Veneto: zona di Lusia (RO) e zona di Cona (VE), all’interno delle Zone Vulnerabili ai Nitrati, in modo da poter testare sia le colture tipiche dei due comprensori sia terreni e condizioni ambientali diverse. In aggiunta, al fine anche di massimizzare i vantaggi per gli agricoltori, in ogni comprensorio si opererà con compost provenienti da impianti diversi situati nelle vicinanze delle aziende coinvolte.
Ogni matrice organica verrà, prima di essere utilizzata in pieno campo, analizzata presso i laboratori di R per valutarne le principali caratteristiche chimico. In particolare verranno misurati i seguenti parametri: tenore di nutrienti (N, P, K, Ca; Mg, Na ecc.), pH, conducibilità elettrica, contenuto di metalli pesanti.
La durata del progetto, di 24 mesi, è necessaria alla conduzione di sperimentazione sul più ampio ventaglio di specie possibili sia alla valutazione della stabilità e costanza qualitativa delle produzioni ottenibili.
Prodotti identificabili: Al termine del progetto saranno messe a disposizione degli agricoltori informazioni precise, sotto forma di protocolli di coltivazione, atti a garantire rese elevate, costanti e caratterizzate da buoni livelli qualitativi. La fase di diffusione dei risultati farà riferimento non solo ai produttori ma anche ad altri potenziali attori della filiera (dagli operatori della distribuzione ai consumatori).Il ricorso a consulenza specialistica, quale supporto alla gestione e alla diffusione dei risultati, permette ai partecipanti (R, P1) di focalizzare l’azione rispettivamente sulle attività sperimentali e sul trasferimento dell’innovazione ai produttori associati.