SOSPADO – Sostenibilità del processo produttivo e caratterizzazione qualitativa della patata dolce

ATTIVITA’
PARTNERS
PRODOTTI DELLA RICERCA

Il progetto intende affrontare le principali criticità che impediscono lo sviluppo e la diffusione della produzione della coltivazione della patata dolce in Veneto. In particolare modo verranno messe a punto le migliori tecniche colturali facendo ricorso anche all’utilizzo di matrici organiche (compost) in sostituzione totale o parziale dei fertilizzanti organici. Verranno testate anche le caratteristiche agronomiche di diverse varietà e genotipi. Tutte le produzioni verranno inoltre valutate dal punto di vista della qualità al fine di ottenere, al termine del progetto, protocolli agronomici che permettano la massimizzazione delle rese e delle caratteristiche qualitative del prodotto, nel rispetto dell’ambiente e con positive ricadute sui produttori, in termini di riduzione dei costi .

RIASSUNTO
Il progetto vuole mettere a punto nuovi processi produttivi della Patata dolce, coltura in regresso (ora diffusa solamente in due areali della Bassa Padovana e Trevigiana) ma con notevoli potenzialità di mercato. Si intende con la presente ricerca testare differenti combinazioni di fattori produttivi, per giungere alla prima validazione di disciplinari per la produzione sostenibile della Patata dolce e nello stesso tempo caratterizzare meglio il prodotto sotto il profilo qualitativo, anche in rapporto al potenziale inespresso di domanda del  mercato, ora caratterizzato da elevata stagionalità. I mercati richiedono inoltre anche diversità varietale al fine di attrarre e soddisfare ulteriormente il consumatore moderno. Tema centrale del progetto è la riduzione dei costi di produzione, dovuti alla scarsa meccanizzazione ed alla scala di produzione/commercializzazione limitata. A questo scopo la ricerca viene presentata nell’ambito dei “progetti finalizzati prioritariamente all’individuazione di soluzioni adeguate e direttamente fruibili per ridurre i costi di produzione e/o incrementare il reddito delle imprese agricole e agroalimentari, nel settore produttivo ortofrutticolo”. L’attività prevista nei due anni di sperimentazione prevede la messa a punto delle principali tecniche colturali (concimazione, irrigazione, gestione delle malerbe, densità colturale ecc), di conservazione (a temperature diverse) di cultivar tradizionali ed innovative in ambienti tipici di coltivazione (zona di Zero Branco e zona di Anguillara Veneta). Si testerà poi l’impiego di compost da RSU per la parziale sostituzione dei concimi chimici con matrici organiche a basso costo.
Partenariato:L’attività di ricerca è coordinata dall’Università degli Studi di Padova Dipartimento DAFNAE della Facoltà di Agraria (R), mentre partner operativo  è OPO Veneto (P1), Associazione dei Produttori con oltre 500 soci presenti in tutte le provincie del Veneto; OPO Veneto garantirà, attraverso due aziende dei  soci (I1-I2), la disponibilità dei terreni su cui effettuare le prove sperimentali e sarà impegnato nella divulgazione dei nuovi processi produttivi attraverso la struttura di assistenza tecnica ai propri soci ed agli altri orticoltori del Veneto, attraverso l’Associazione Organizzazioni dei Produttori Veneto Ortofrutta; tale struttura di secondo grado ha 1500 associati in Veneto, con altre sei  O.P. aderenti.
Attività previste: Caratterizzazione dei terreni  e dei compost; Sperimentazione agronomica replicata su due annate agrarie; Avvio procedura di autorizzazione di  p.a. diserbanti; Caratterizzazione qualitativa della Patata dolce; Messa a punto dei protocolli di coltivazione. Stesura di conti economici e di Piano di filiera.
I risultati attesi sono: definire le tecniche agronomiche su basi scientifiche, caratterizzare dal punto di vista qualitativo la patata dolce, standardizzare le produzioni,  garantendo quindi l’accesso di questo prodotto tipico a mercati sempre più ampi. La struttura commerciale di OPO Veneto permetterà di collocare sul mercato le produzioni potenzialmente ottenibili. I risultati ottenuti, grazie alla partecipazione al progetto dell’organizzazione  di produttori, verranno resi disponibili ad un elevato numero di agricoltori e tecnici.

OBIETTIVI PROGETTO

Definire la tecnica colturale secondo principi di sostenibilità ambientale ed economica
Mettere a punto nuove tecniche produttive, con impiego di diserbanti
Messa a punto della densità di trapianto
Sostituire una parte significativa di concimi chimici con fertilizzanti organici
Sviluppare la  diversificazione produttiva
Definire le peculiarità del prodotto sotto il profilo nutrizionale e salutistico

DESCRIZIONE GENERALE

Il progetto mira alla messa a punto di protocolli colturali in grado di superare molteplici punti critici, che allo stato attuale impediscono lo sviluppo della coltura su basi di redditività e sostenibilità ambientale  ad una scala di filiera in grado di  valorizzare la potenzialità produttiva inespressa. Tali criticità riguardano sia la tecnica colturale (trapianto, concimazione, irrigazione, diserbo), sia l’elevata onerosità della raccolta, sia  infine l’assenza di una caratterizzazione nutrizionale della Patata dolce.
Per raggiungere questi obiettivi si prevede di svolgere  prove di coltivazione in pieno campo, sia su superfici ridotte (parcelle) (R ) che su superfici più ampie (I1-I2), ma anche prove di laboratorio miranti alla caratterizzazione qualitativa dei prodotti ottenuti (R ). Le attività di ricerca verranno differenziate in funzione degli ambienti di coltivazione ed utilizzando genotipi tradizionali a polpa bianca e nuove varietà a polpa colorata (rossa, arancio, viola). L’organigramma del progetto prevede l’Ente di ricerca (R) quale responsabile scientifico e coordinatore; l’organismo di filiera (P1) quale partner operativo e tecnico, in grado di individuare tra le aziende agricole associate (oltre 500) le imprese più idonee, di verificare sotto il profilo economico e qualitativo i protocolli di produzione e di diffondere con efficacia i risultati del progetto agli orticoltori. Dato che le prove riguardano due aree di produzione e varie tesi (densità di trapianto, regimi irrigui, livelli di fertilizzazione, diserbo) si prevede di interessare alle prove almeno 2 aziende. La partecipazione al progetto dell’Organizzazione dei Produttori (P1) permette di agevolare sia la sperimentazione di campagna sia la taratura del progetto a scala di filiera regionale e interregionale.
Prove sperimentali. L’attività del progetto inizierà con  il coordinamento tra i partecipanti (R, P1, F) per la messa a punto degli specifici protocolli sperimentali da adottare nelle prove. Il primo anno di attività prevede la conduzione di prove agronomiche (R, P1) miranti alla definizione delle migliori pratiche agricole per la produzione di patata dolce da destinare ai mercati locali. Al termine della stagione colturale verranno valutati i risultati sperimentali in termini quantitativi (rese) e qualitativi (analisi sulle radici prodotte) da parte di R. In linea con le linee guida della EPPO (European Plant Protection Organization) verranno condotti anche i primi esperimenti di diserbo (R) al fine di verificare la non tossicità (per la pianta ed il consumatore) di alcuni principi attivi in modo da creare una prima bozza di “dossier agronomico” utili a chiedere l’estensione di etichetta di tali principi anche alla patata dolce. Nel secondo anno verranno sia testati nuovi trattamenti sperimentali che condotte prove di valutazione dei risultati ottenuti nell’anno precedente e in particolare diverse densità di trapianto. Si condurranno inoltre ulteriori prove di diserbo per completare il dossier di “estensione di etichetta” per almeno un principio attivo. Sulle produzioni ottenute verranno inoltre condotte nuovamente le analisi qualitative già indicate nel primo anno al fine di testare la variabilità dei dati ottenuti e anche l’effetto delle nuove tecniche su tali caratteristiche. Gli ultimi mesi del progetto verranno poi utilizzati per le analisi dei risultati, la loro elaborazione statistica e la organizzazione del workshop finale che renderà disponibile ad una vasta platea di utenti i risultati conseguiti con il progetto.

Al termine del progetto saranno messe a disposizione degli agricoltori informazioni precise, sotto forma di disciplinari di coltivazione, atti a garantire rese elevate, costanti e caratterizzate da buoni livelli qualitativi. La parte di ricerca mirata alla caratterizzazione qualitativa del progetto (R,P1) metterà in luce le notevoli caratteristiche salutistiche e nutrizionali del prodotto tipico permettendo una migliore penetrazione del mercato delle produzioni per consumo fresco. La fase di diffusione dei risultati farà riferimento non solo ai produttori ma anche ai potenziali consumatori suggerendo metodi alternativi di consumo di questo prodotto cercando così di aumentare anche la domanda di patata dolce. Trattandosi di nuove tecniche agronomiche, l’attività di diffusione dei risultati e di divulgazione sarà affidata ad eventi dedicati (seminari scientifici, incontri tecnici ed associativi), supporti (cartacei, multimediali e digitali) ed attori (ricercatori, produttori innovatori, tecnici, responsabili di associazioni). Il trasferimento dell’innovazione coinvolge quindi tutti i partecipanti al progetto (R, P1, I1, I2: per la gestione, rendicontazione e diffusione dei risultati si prevede il ricorso a consulenza specialistica, affidata a struttura con comprovata professionalità ed esperienza nel settore (F1). Anche la stesura del piano varietale e dei conti economici è affidata a consulente di comprovata esperienza (F2).