Pioppino

Caratteristiche qualitative
In cucina
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DESCRIZIONE

Il pioppino, il cui nome scientifico è Agrocybe aegerita (o Pholiota aegerita), possiede un cappello di colore bruno che, con la crescita, tende quasi a sbiadire fino quasi al bianco, con cuticola che a tempo secco tende a screpolarsi. Le lamelle, annesse al gambo o anche leggermente decorrenti, sono di colore pallido e, con la maturazione, divengono ocra-bruno fino a color cioccolato; il gambo è munito di anello.
La coltivazione del pioppino segue a grandi linee quella del pleurotus, in quanto entrambi i funghi cellulosolitici crescono bene sia sul legno di diverse essenze, sia su paglia di cereali. Pertanto, quando negli anni Settanta si sviluppa la tecnica di semina su paglia, anche il micelio di pioppino comincia ad essere inoculato su tale substrato e ad essere coltivato sfruttando anche ambienti poco adatti al pleurotus, come le grotte.

Il substrato utilizzato per il pioppino è costituito da paglia di frumento con l’eventuale aggiunta di fieno di erba medica, crusca di grano ed altri additivi quali nitrato d’ammonio e carbonato di calcio.
La fermentazione non è indispensabile ma l’azione dei microorganismi termofili rende la paglia più recettiva nei confronti dell’acqua: il composto alla semina deve avere un’umidità intorno al 70-72%. La semina deve essere realizzata con abbondanza di micelio, che è all’ordine di 80-100 litri di seme per tonnellata di composto, perche l’Agrocybe aegerita è poco aggressivo e può essere facilmente sopraffatto da altre muffe competitrici a crescita più veloce eventualmente presenti nel composto.
Il composto seminato viene insaccato in pannelli simili a quelli del pleurotus del peso di circa 20 chili e ricoperti di film plastico nero all’interno e bianco all’esterno per dare più luminosità al locale di coltivazione; al momento della semina vengono praticati 20-30 fori su cinque lati del blocco dai quali spunteranno i carpofori.
I pannelli di composto vengono sistemati in serre, grotte o capannoni, dove per circa venti giorni viene effettuata l’incubazione mantenendo la temperatura del composto intorno a 25° C.
Dopo aver accatastato il substrato a isole di tre o quattro blocchi ciascuna, per indurre la formazione dei corpi fruttiferi si abbassa la temperatura a 17°/20° C, si porta l’umidità a valori intorno all’85-90%, si somministra aria esterna e si provvede all’illuminazione dell’ambiente.
A circa quattro settimane dalla semina si inizia a raccogliere la prima volata che fornisce oltre la metà della produzione totale; seguono altre due o tre volate ad intervalli di circa dieci giorni l’una dall’altra e durante tutto il periodo della raccolta viene mantenuta una temperatura ambientale di 17-18° C ed una umidità dell’aria intorno intorno all’85%.
La produzione di pioppino si aggira mediamente intorno all’8-12% del peso del composto.