COCAL – Concimazione con letame di fungaia per il mantenimento del carbonio dei suoli agrari

Il progetto prevede di studiare l’utilizzo del “Substrato Spento di Fungaia”, risultante alla fine del ciclo di coltivazione dei funghi, su rotazioni orticole al fine di migliorare la fertilità dei suoli agrari aumentando il contenuto di carbonio e riducendo le emissioni di CO2 conseguenti l’attività agricola. Le prove faranno ricorso a letame proveniente da diverse fungaie rappresentative del settore e verranno valutate sia prendendo in considerazione parametri quanti-qualitativi delle produzioni sia le variazioni della composizione della microflora del terreno.
RIASSUNTO
L’intensificazione dei cicli colturali in campo orticolo, necessaria a garantire la sostenibilità dell’attività agricola, può portare ad un impoverimento dei suoli con conseguenze molto spesso gravissime. Al contempo però la crisi economica, l’aumento dei costi di produzione e la riduzione dei prezzi dei prodotti orticoli rende necessario una ottimizzazione nell’uso dei fattori della produzione e la ricerca di nuove matrici organiche a basso costo con buone caratteristiche ammendanti e fertilizzanti. Tra queste nuove matrici appare di particolare interesse il “letame di fungaia”. Tale materiale, composto essenzialmente da paglia e letame di cavallo in presenza o meno di pollina, risulta disponibile in grandi quantità, essendo il Veneto la regione più importante in Italia per la produzione di funghi coltivati, e con grande costanza nel tempo grazie all’organizzazione tipica delle fungaie. Il progetto presentato nell’ambito del filone “progetti finalizzati a sviluppare o perfezionare tecniche idonee a ridurre le emissioni di gas serra o favorire l’accumulo di carbonio nei suoli agrari” si propone di mettere a punto le più idonee tecniche colturali connesse con l’utilizzo di questa matrice al fine di massimizzare lo stoccaggio del carbonio nel terreno e al contempo mantenere parametri produttivi (quantità e qualità) elevati riducendo gli apporti di fertilizzanti chimici. Le prove verranno condotte utilizzando letami con caratteristiche diverse (materiali di partenza e tipologia di fungo coltivato) in prove di laboratorio e di campo. In estrema sintesi si prevede di procedere prima alla caratterizzazione chimica e fisica dei diversi materiali che successivamente verranno poi utilizzati in campo a dosi diverse in sostituzione parziale o totale dei fertilizzanti chimici. Negli ambienti di prova verrà monitorata la respirazione del suolo prima e dopo la distribuzione dei diversi letami. Prima delle prove di campo e al termine delle sperimentazioni verrà inoltre monitorata la composizione della microflora tellurica al fine di valutare le eventuali variazioni indotte dai trattamenti nonché i rilasci in falda dei principali macronutrienti.
OBIETTIVI PROGETTO
Caratterizzare le matrici organiche sotto il profilo dell’impiego agronomico in orticoltura
Mettere a punto tecniche produttive delle piante orticole con impiego di matrici organiche di provenienza locale
Mantenere la qualità del suolo
Migliorare la compatibilità ambientale dell’orticoltura in pieno campo
Sensibilizzare il consumatore sul contenuto ecologico del prodotto
DESCRIZIONE GENERALE
Il progetto prevede lo studio delle diverse matrici organiche denominate “letame di fungaia” al fine di attestarne le caratteristiche e valutarne il possibile utilizzo agronomico in qualità di ammendante/fertilizzante in ambito orticolo. Le matrici verranno testate sia prima della messa a coltura, sia a fine ciclo di produzione.
I materiali derivanti da diverse aziende produttrici di funghi appartenenti alle associazioni partner del progetto verranno inizialmente caratterizzate sotto il profilo chimico e fisico. In questa fase si cercherà di testare il maggior numero di matrici con caratteristiche il più diverso possibile. In particolar modo verranno testati materiali ottenuti a partire da mix diversi. Si lavorerà con letami composti da sola paglia, da paglia e letame equino e paglia letame equino e pollina. Tali materiali verranno poi analizzati anche dopo essere stati utilizzati come “lettiera” per la produzione di fungo prataiolo (Agaricus bisporus” o “Agaricus ortensis”) e pleuroto (“Pleurotus Ostreatus” Jacq.:Fr – Kummer). Sulla base dei risultati ottenuti nella prima fase verranno scelti i due tipi di letame di fungaia con le caratteristiche più diverse da utilizzare nella prova di campo. Gli esperimenti in pieno campo avranno la durata di circa 18 mesi e utilizzera una successione orticola che prevedrà l’alternarsi di una coltura principale ed una secondaria a ciclo breve nel primo anno e di una principale e due secondarie nel secondo anno.
La prova verrà allestita secondo uno schema a blocchi randomizzati con 3 repliche e parcelle di grandi dimensioni (450 m2 circa) suddivise in 2 parti per ricevere i due letami prescelti.. Nelle parcelle verranno applicati i trattamenti che saranno:
T0= testimone non concimato che servirà di riferimento per valutare lo stato iniziale del suolo e le rese conseguibili in assenza di concimazione.
TMIN= tesi con sola concimazione minerale , tarata su ogni coltura sulla base delle tecniche normalmente utilizzate dagli agricoltori.
T50= trattamento che prevede la distribuzione di 50% dell’azoto totale in forma chimica e 50% utilizzando il letame di fungaia. Gli altri macronutrienti verranno poi bilanciati con fertilizzanti minerali sulla base della composizione chimica del letame impiegato.
T100= in questa tesi tutto l’azoto verrà apportato facendo ricorso al letame di fungaia. Gli altri macronutrienti verranno poi bilanciati con fertilizzanti minerali sulla base della composizione chimica del letame impiegato.
T200= Tesi dove verrà apportata una dose doppia di N rispetto alla TMIN. Gli altri macronutrienti verranno poi bilanciati con fertilizzanti minerali sulla base della composizione chimica del letame impiegato. Per ogni specie coltivata verrà valutata sia la resa in prodotto commerciale sia la qualità delle produzioni. All’inizio del progetto e al termine verrà, per ogni parcella valutata anche la composizione della flora microbica del suolo. Sulla base dei trattamenti applicati e dei risultati ottenuti verrà calcolato al termine del progetto, per ogni coltura e per l’intera rotazione, il bilancio della CO2 e dell’energia utilizzata facendo ricorso al programma “Bilancio Ambientale”.